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La Conciliazione Familiare

Che cos'è

Nel novembre 2014, un gruppo di avvocati, psicologi, psicoterapeuti e mediatori familiari, ciascuno agendo nell'ambito delle sue competenze professionali, hanno dato in vita in Bologna a una Associazione per la Conciliazione Familiare.

L'avvocato Massimiliano Fiorin è stato il promotore e il primo presidente di detta associazione.

Lo scopo associativo è quello di favorire lo sviluppo di ricerche, studi, convegni, nonché di varie occasioni di crescita professionale e di scambio di esperienze, con la finalità di dare vita a una nuova cultura della conciliazione familiare.

In prospettiva, l'obiettivo è di formare operatori del diritto e della psicologia, verso la nascita di una nuova professionalità, distinta da quella del mediatore familiare, che sappia intervenire nelle crisi familiari e genitoriali – a fronte di spontanee richieste di aiuto – nell'ottica di preservare e finché possibile salvare la conservazione dei legami.

L'obiettivo del conciliatore familiare è quello di perseguire la rimozione delle cause che hanno portato alla crisi della coppia genitoriale, o quanto meno mitigarne gli effetti più distorti e devastanti. Tutto questo nell'interesse sia dei singoli interessati che dei loro figli.

In quest'ottica, i professionisti che hanno dato vita all'associazione si sono altresì impegnati a osservare e sviluppare, nella loro pratica quotidiana, un criterio di intervento che preveda:

  • Per gli avvocati, una maggiore attenzione alle ragioni della conservazione della famiglia e dell'integrità delle coppie genitoriali, mediante il rifiuto delle iniziative ingiustificatamente tese alla disgregazione delle stesse o comunque all'esasperazione del conflitto. Il tutto nel rispetto dei diritti dell'individuo, da contemperarsi tuttavia, in questa materia, con i principi degli articoli 29 e 30 della Costituzione.

  • Per gli psicologi e gli psicoterapeuti, un criterio di aiuto al paziente che tenga conto dell'importanza della conservazione dei legami familiari e genitoriali per il benessere dell’individuo, e della effettiva sussistenza di fenomeni di autentico disagio, di patologie e di distorsioni della personalità che passano attraverso l'esasperazione della conflittualità verso il partner e/o i figli.

  • Per i mediatori familiari, l'esigenza di superare l'idea della mediazione come semplice ausilio a “divorziare bene”, e di apprendere tecniche di gestione del conflitto che siano finalizzate a aiutare le coppie in difficoltà a superare la crisi, riscoprendo l'importanza del loro legame personale e genitoriale, e l'intrinseca negatività della sua dissoluzione.

È convinzione dei promotori di questa associazione che i suesposti criteri siano ampiamente praticabili, auspicabili, e per certi versi necessari, onde arginare la progressiva diffusione di situazioni di sostanziale ingiustizia e difficoltà economica, di malessere psicologico, e pure le esplosioni di conflittualità violenta.

Queste ultime, nonostante siano portate all'evidenza dalla cronaca (si parla di circa 120 morti all'anno in Italia per violenza derivante dalla disgregazione familiare), faticano a essere inquadrate correttamente, nella complessità delle loro cause e dei loro ulteriori effetti.

Per quanto possa apparire ambizioso o velleitario, l'impegno dei professionisti che si sono associati è basato sull'osservazione della realtà, su un’esperienza ormai consolidata, e sulla convinzione che sia urgente porre fine a criteri di intervento che ormai non rispondono più alle reali esigenze delle persone coinvolte, e nemmeno a quelle della società nel suo insieme.

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